(immagine da Pinterest)
Eh si, inutile rimandare
questo argomento.
Settembre è sempre un tempo
di propositi e nuovi inizi, periodo di progetti da seminare e curare
poi nella loro realizzazione durante i mesi invernali.
Oggi però parliamo di un
tipo di progetto diverso da quello che vi aspettereste.
Ciò che caratterizza le
ri-partenze è una sorta di spinta alla realizzazione di qualcosa che
appaghi un bisogno o un desiderio.
E qui già è necessaria una
precisazione.
Che differenza passa fra
bisogni e desideri?
Il bisogno attinge dal
riconoscimento di una necessità interiore, si tratta di colmarlo e
appagarlo.
Abraham Maslow aveva
classificato i bisogni nella sua piramide (ne avevamo già parlato
qui ) che mostrava come certe esigenze più elevate potessero emergere
solo quando i bisogni di base fossero appagati (ad es. se non si ha
di che mangiare e vivere non ci si interroga sulla stima di sé o
sulla auto-realizzazione).
Ma anche all'interno dei
bisogni fisiologici possiamo muovere delle distinzioni.
Che cosa differenzia il
semplice bisogno di cibo per nutrirsi dalla voglia di una pizza?
Il desiderio appunto.
Quel qualcosa in più che ci
è permesso dalla possibilità di scegliere.
Il desiderio tende verso ciò
che manca, ci attiva e fa sì che ci muoviamo per riuscire ad
ottenerlo.
Vi starete chiedendo perché
oggi vi parli di pizza e altre amenità...
Lo sto facendo perché –
restando nella metafora – molte volte mi trovo di fronte a persone
che potrebbero mangiare la pizza (o quello che più gli piace) ma
credono di doversi accontentare di ciò che capita, come poveri
mendicanti abituati alla penuria e alle privazioni.
Si limitano a sopravvivere
quando potrebbero nutrire se stessi con cibi gustosi per l'anima,
perché hanno la possibilità di scegliere, ma non ne sono
consapevoli.
Anzi, a volte si sentono in
colpa nel desiderare quel “qualcosa in più” per se stessi quasi
come fosse un peccato di presunzione; il rischio in questi casi è
di cedere all'abbuffata in un'altalena emotiva che non ha fine,
perché manca l'equilibrio della conoscenza di sé, che permetterebbe
l'integrazione.
Questo avviene soprattutto
quando le persone hanno tutto (o molto) di ciò che volevano e
comunque sentono che ancora “manca qualcosa”.
Ecco, invece di farsi
invadere dal senso di colpa, questo è il momento in cui interrogarsi
nel profondo.
In superficie c'è solo un
disagio diffuso, strisciante, una insoddisfazione pruriginosa.
Tutti sospettano che tu stia
vivendo un severo episodio di sindrome premestruale o uno di quei
momenti di “cambiamento”. Bene, significa che sei pronta per
affrontare un vero cambiamento, ma non si tratta della menopausa o
dell'inizio del ciclo mestruale.
È lo stadio che precede la
magnificenza.
«Siedi
per giorni dicendo 'È una cosa
strana' » ci ricorda il poeta
sufi Rumi.
«Sei
tu la cosa strana. Hai dentro
di te l'energia del sole, ma continui a bloccarla alla base della
spina dorsale. Sei uno strano tipo d'oro che vuole rimanere fuso
nella fornace per non dover diventare una moneta»
(Tratto
da “Il coraggio di una vita
autentica”
S.B.
Breathnach 2003)
Quindi è altrove che
occorre cercare.
In realtà “la pizza”
che ti nutre non è fuori, bensì dentro.
L'insoddisfazione può
essere il segnale che qualcosa in te preme per essere realizzata.
Roberto Assagioli affermava
che non tutti i disagi psichici sono dettati dalla patologia, anzi,
vi possono essere quelle che lui definiva “crisi che precedono il
risveglio”.
Quali sono le domande che ti
possono aiutare per uscire dalla spirale dell'incertezza?
- Ci sono rimpianti che bloccano le mie energie nel passato?
- C'è qualcosa che rimando da troppo tempo?
- Quali “storie” mi sto raccontando per sopravvivere e non vivere a pieno la mia vita?
- Quale (cattiva) abitudine posso rompere?
- Ci sono bisogni profondi che appagano la mia anima a cui ho rinunciato? Come posso integrarli nella mia vita passo dopo passo senza capovolgere tutto?
- Cosa posso scegliere, per me, adesso?
Il
mese di settembre potrebbe essere una buona occasione per cominciare
a dare risposte a questi interrogativi dell'anima e magari fare il
primo passo per un nuovo inizio, risveglio delle esigenze della
vostra parte più “vera”.
“Nei
romanzi e nella vita –
non
è mai troppo tardi per cambiare”
(N.
Thayer)
buona
settimana
virginia
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