Qualche
anno fa una mia paziente mi disse: “mi sento un po' come Mary
Poppins, che arriva aggiusta le cose e poi se ne va.”
Non
voglio entrare nella sua storia, ma mi è venuta in mente mentre
guardavo il film da cui è partita la nostra analisi (se hai perso la
prima parte la trovi qui), perché ho riflettuto sul fatto che questa
attitudine – spesso declinata al femminile – di “riparatrice”
di esistenze altrui si manifesta sotto molte forme.
Come
abbiamo visto, il personaggio di Mary Poppins è nato dall'esigenza
di Pamela Travers di riuscire a cambiare gli eventi catastrofici
della sua famiglia, almeno sul piano della fantasia, e ascoltando
dipanarsi moltissime vite davanti a me, nella stanza di terapia, non
posso che constatare che il bisogno di riparare ciò che non è
andato è una costante del disagio psichico, come se ci fosse un
copione di vita che ciascuno vuole modificare per appagare bisogni
infantili inascoltati o sogni infranti.
Ho
notato però che la sindrome di Mary Poppins si forma soprattutto
quando nella vita della persona che la incarna, ci sono stati
genitori infelici, magari insoddisfatti delle proprie scelte o anche
disfunzionali come coppia.
Quante
Mary Poppins ho visto sul mio divano... ma quelle più tristi sono
quelle ex bambine che hanno visto il loro padre a disagio nella
relazione con la loro madre, con la quale loro stesse non hanno mai
avuto un bel rapporto.
Spesso
da grandi le ho ritrovate invischiate in relazioni con uomini
impegnati, ai quali si sono avvicinate dopo aver ascoltato quanto
fossero infelici con le loro mogli, quanto queste donne – descritte
come arpie, sorde ai loro bisogni, egoiste – non fossero mai
riuscite a renderli appagati e soddisfatti.
Inutile
dire che questa importantissima funzione veniva svolta alla
perfezione dall'amante-Mary Poppins, spazio sacro di divertimento,
svago, leggerezza e vita entusiasmante.
L'arrivo
improvviso di queste donne, dava uno slancio vitale agli uomini in
questione, permettendo loro di trovare nuove energie e risorse anche
in altri ambiti della loro vita.
E
questo era il problema.
Che
nessuno di loro ha mai pensato di metter su casa con queste donne
munite di borsone e ombrellino.
Avevano
senso come parentesi da cui succhiare tutta la linfa vitale
possibile, per poi reinserirsi a pieno titolo nel tran tran di una
esistenza familiare, rinfrancati e anzi, a volte anche sollevati nel
corpo e nello spirito.
Perché
si sa, la donna-mary poppins ha quel pizzico di saggezza che sa
mettersi nei panni dell'altro e donare consigli anche su come gestire
meglio la relazione con i figli e la moglie.
Lei
è fatta così... “praticamente perfetta sotto ogni punto di
vista”.
Lo
vuole essere ( o forse lo deve essere?).
Arriva
e se ne va in punta di piedi. È leggera e mai pesante. Risolve i
problemi, non li crea.
Ma
poi sulla sua nuvola piange lacrime amare di rimpianti e non si
capacita di non riuscire ad avere una vita propria.
Ma
è più forte di lei.
Perché?
E
se fosse perché infondo, quell'uomo che torna dalla moglie, non farà
felice lei nel "qui e ora", ma forse farà inconsciamente felice la sua
bambina interiore, che finalmente, grazie alla sua opera riparatrice,
sarà riuscita a vedere insieme i propri genitori proiettati su
quella coppia (paradossalmente) “salvata”?
Buona
settimana
virginia
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