In
molte occasioni qui sul blog mi avete sentito affermare che l'arte e
la creatività sono fra le esperienze più intense attraverso cui si
può entrare in profonda connessione con se stesse, grazie anche a
improvvisi lampi di consapevolezza che un'opera infonde, nella
confusione dei pensieri che troppo spesso affollano la mente girando
a vuoto.
Per
questo motivo mi piace andare a visitare mostre, musei, ma anche
cogliere l'arte in ogni dettaglio che ci circonda.
Qualche
anno fa ho partecipato a una gita organizzata dal centro di
Psicosintesi di Bolzano, un sabato alla scoperta del Giardino di
Sculture di Sieglinde Tatz Borgogno nella frazione di Pochi a
Salorno (Bz).
Ne ero
rimasta entusiasta, avrei voluto restare più tempo e godere a lungo
di quella magica atmosfera.
Il
perché è semplice: si tratta di un vero itinerario fra arte e
natura, un piccolo bosco seminato di sculture di ogni dimensione, per
la maggior parte raffiguranti donne, nelle diverse fasi e percorsi
della vita.
Così
questa estate ci sono tornata e oggi voglio condividere con voi
l'incanto delle forme che raccontano storie.
Lungo
lo stretto viottolo basta guardarsi attentamente intorno e scorgere
piccoli corpi in bronzo che emergono dai fili d'erba, forme che si
aggiudicano lo spazio, occupando rotondamente quel piccolo angolo di
mondo.
Nel
sito della scultrice (qui)
troviamo un'intervista (qui
) dove l'artista ci spiega che la scelta di iniziare da figure minute
rappresenta la sua vita: “ho
cominciato con donne piccole …..; lentamente diventano più grandi
e finalmente libere. Poi scoprono gli uomini, quello che nella vita è
positivo e quello che è negativo…, gli orrori della guerra”.
Queste
donne tendono verso la grandezza dell'universo,
“ma impiegano tantissimo tempo per raggiungerla: all’inizio le
figure sono strettamente legate al suolo ed alla luce riescono a
rivolgere soltanto uno sguardo. Hanno bisogno di tempo, ma alla fine
vi si avvicinano così tanto che sulla terra, di loro, resta solo la
punta dei piedi. Quando
infine stanno lì, erette in tutta la loro spiritualità e,
finalmente liberate, si adagiano sul terreno a riposare.”
Sieglinde è riuscita a
trasmettere attraverso questo giardino il percorso con cui ciascuna
donna inevitabilmente si confronta.
Ogni più piccola tappa,
ogni personaggio su cui si posano i tuoi occhi mentre passeggi, può
trasmetterti una riflessione e obbligarti a fermare il piede.
Puoi ignorare una statua
enorme ed essere rapita da una miniatura che nessun'altro vede,
perché narra il tuo momento presente più di altri eventi
magnificenti.
Puoi salire di una curva e
osservare le cose da una nuova prospettiva, accorgerti che è di più
ampio respiro oppure che ti inchioda, impedendoti di scappare ancora,
elaborando il necessario per poter proseguire.
Osservi gli “incontri”
altrui, quei corpi che si sfiorano, la generosità delle forme che
semplicemente “sono” perché libere da canoni estetici; puoi restare
ammirata dalla seduzione di una postura che sfida il mondo.
Infondo le nostre vite sono
come questi sentieri nel bosco di Pochi.
Incontriamo le esperienze
che ci trasformano strada facendo, scegliendo se sostare oppure
andare oltre. A volte ritorniamo. Altre dimentichiamo. Altre ancora
rifiutiamo.
Lungo quel sentiero c'è la
dimensione del gioco, della gioia, c'è la solitudine, l'interiorità,
c'è la fiducia, l'appagamento, c'è il dolore, c'è la speranza...
Poi ancora passi avanti che
ci permettono di avere uno sguardo più ampio su quello che è stato,
grazie a nuove esperienze, incontri, abbagli (ci sono anche cristalli
appesi agli alberi, nel giardino di Seiglinde) alla ricerca continua
della luce che ci guidi.
C'è un cappello da strega,
sospeso, perché forse è necessario confrontarsi anche con quello
che il mondo ci rimanda di noi.
Infondo la fiaba di
Cappuccetto Rosso ci insegna che a volte è necessario allontanarsi
dalla strada maestra, disobbedire, per conoscere le proprie ombre, per conoscere il bene e il male, e
poter scegliere e crescere.
Tutto è lì dove era prima,
ma allo stesso tempo è diverso.
Perché noi siamo diverse.
Siamo un pezzettino di ogni
donna incontrata nel percorso.
Buona settimana
virginia
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