Magritte - Tentando l'impossibile
Care
amiche , vi riporto un interessante articolo che ho trovato nel sito
di OSHO, ma vi consiglio di non perdervi il post di lunedì prossimo,
dove Virginia ce ne parlerà dal punto di vista della Psicosintesi.
Cosa
sono i condizionamenti?
È
una domanda molto significativa perché porta alla luce due diversi
approcci rispetto alla realtà interiore dell’uomo.
L’approccio
occidentale è quello di pensare al problema, scoprirne le cause,
esplorare la storia, il passato del problema, sradicarlo dalla base,
decondizionare oppure ricondizionare la mente, ricondizionare il
corpo, eliminare tutti gli ‘imprint’ rimasti nel cervello. Questo
è l’approccio occidentale. La psicoanalisi entra nella memoria e
lì svolge il suo lavoro. Va nell’infanzia, nel passato; torna
indietro nel tempo e scopre da dove è nato il problema. Magari il
problema è nato cinquant’anni fa, quand'eri bambino, nella
relazione con tua madre. La psicoanalisi va indietro nel tempo.
Cinquant’anni
di storia! È una faccenda lunga, che si trascina per anni. E
comunque non ti può aiutare molto, perché esistono milioni di
problemi. Non si tratta di un problema solo. Puoi esplorare la storia
di un problema; puoi osservare la tua autobiografia e trovare le
cause del problema, e magari eliminarlo, ma ce ne sono milioni! Se
devi esplorarli tutti per risolvere i problemi della tua vita, ti
serviranno milioni di vite. È assurdo!
Ora
lo stesso approccio psicoanalitico viene adoperato anche per il
corpo: il rolfing, la bioenergetica, e altri metodi, possono
eliminare gli imprint rimasti nel corpo, nella muscolatura. Anche
qui, dovrai esplorare la storia del corpo. Una cosa però è certa in
entrambi gli approcci – che seguono la stessa linea logica – ed è
che il problema arriva dal passato, e quindi dev’essere in qualche
modo affrontato nel passato.
In
Oriente la prospettiva è completamente diversa. In primo luogo, si
pensa che non esista un problema serio. Nel momento in cui affermi
che nessun problema è serio, il problema è per il novanta per cento
già morto. Il modo in cui lo vedi cambia completamente. La seconda
cosa che si sostiene in Oriente, è che il problema esiste perché
sei identificato con esso. La sua esistenza non ha nulla a che fare
con il passato, con la storia. Sei identificato: questo è il fatto
reale. E questa è anche la chiave per risolvere tutti i problemi.
Per
esempio sei una persona piena di rabbia. Se vai dallo psicanalista,
ti dirà: “Vai nel passato. Da dove è nata questa rabbia? In che
situazione è diventata sempre più impressa nella tua mente?
Dobbiamo ripulire tutte quelle impressioni, cancellarle
completamente. Dobbiamo ripulire tutto il passato”.
Ma
se vai da un mistico orientale, ti dirà: “Pensi di essere rabbia,
ti senti identificato con la rabbia. È proprio lì che le cose vanno
storte. La prossima volta che la rabbia emerge, sii un osservatore,
un semplice testimone. Non identificarti con la rabbia, non dire:
‘Sono rabbia’, oppure: ‘Sono arrabbiato’. Osservala come se
stesse accadendo sullo schermo della televisione. Osserva te stesso
come se stessi osservando qualcun altro.
Sei
pura consapevolezza. Quando la nuvola della rabbia arriva a
circondarti, osservala e rimani sveglio, in modo da non
identificarti. Il punto principale è come non identificarsi col
problema. Quando hai imparato questo… e allora non si porrà
nemmeno la questione di avere ‘tanti problemi’ perché la chiave,
la stessa chiave, aprirà tutte le serrature. Funzionerà con la
rabbia, con l’avidità, con il sesso: funzionerà con tutto ciò di
cui la mente è capace”.
La
domanda è: “Recentemente hai parlato del ‘non-problema’, del
fatto che i nostri problemi non esistono. Sono stato allevato in una
famiglia cattolica e repressiva…”
Puoi,
esattamente in questo momento, diventare non-cattolico. Ora!, ti
dico. Non dovrai tornare nel passato per disfare ciò che i tuoi
genitori, la società, i preti e la chiesa hanno fatto. Questa
sarebbe una pura perdita di tempo, prezioso tempo presente. Ha già
distrutto tanti anni passati; e ora, di nuovo, distruggerà il
momento presente. Puoi semplicemente uscirne come un serpente si
libera della sua vecchia pelle.
“Stai
dicendo che tutti gli strati di armatura, tutti i condizionamenti e
le repressioni non esistono, e possono essere lasciati andare
immediatamente?” No, esistono. Ma esistono nel corpo oppure nella
mente, non nella consapevolezza, perché la consapevolezza non può
essere condizionata. La consapevolezza rimane libera. La libertà è
la sua qualità più intrinseca, la libertà è la sua natura. In
realtà, col semplice fatto di fare questa domanda, mostri proprio
quella libertà.
Quando
dici: “Ventun’anni in un sistema educativo folle”, quando dici:
“Sono stato allevato in una famiglia cattolica e repressiva”…
In questo momento non sei identificato. Puoi osservare i tanti anni
di repressione cattolica, i tanti anni di un certo tipo d’educazione.
Ma in questo momento, quando l’osservi, questa consapevolezza non è
più cattolica; altrimenti chi potrebbe essere consapevole? Se fossi
veramente cattolico, chi potrebbe essere consapevole? Non ci sarebbe
alcuna possibilità di diventare consapevole.
Se
puoi affermare: “Ventun’anni in un sistema educativo folle”,
una cosa è certa: non sei ancora folle. Il sistema ha fallito; non
ha funzionato. Non sei pazzo, ecco perché riesci a vedere la follia
di tutto il sistema. Un pazzo non può riconoscere di essere pazzo.
Solo una persona sana di mente può vedere che questa è follia. Per
vedere la follia come tale, devi essere sano. Quei ventun’anni di
sistema folle hanno fallito; tutto quel condizionamento repressivo ha
fallito. Non può veramente avere successo. Ha successo solo in
proporzione alla tua identificazione con esso. In qualsiasi momento
puoi rimanere distaccato… esiste, non dico che non esiste, ma non è
più parte della tua consapevolezza.
Proprio
questo è il fascino della consapevolezza: essa può uscire da
qualsiasi situazione. Per essa non ci sono barriere, né confini. Un
momento fa eri un inglese; quando, un momento dopo, comprendi che il
nazionalismo non ha senso, non sei più un inglese. Non dico che non
avrai più la pelle bianca; rimarrà bianca, ma tu non sarai più
identificato con l’essere bianco; non sarai più ostile alla pelle
nera. Riconoscerai la stupidità di questo fatto. Non sto dicendo che
non sarai più un inglese e dimenticherai la tua lingua. Essa sarà
ancora lì nella memoria, ma la tua consapevolezza riuscirà a
sgaiattolare fuori; prenderà dimora sulla collina e da lì potrà
osservare la valle. Ora l’inglese sarà nella valle, morto, e tu
sarai sulla collina, lontano, distaccato, inalterato.
Tutta
la metodologia orientale può essere ridotta a una parola:
testimoniare. Tutta la metodologia occidentale può essere ridotta a
una sola cosa: analizzare. Quando analizzi, continui ad andare in
tondo. Testimoniando, salti fuori dal circolo.
L’approccio
orientale è quello di spostare l’attenzione sul cielo. L’approccio
occidentale ti rende sempre più consapevole delle nuvole; può
aiutarti un po’, ma non può renderti consapevole del tuo nucleo
più intimo. Della circonferenza, sì – diventi un po’ più
consapevole della circonferenza – ma non del centro. E la
circonferenza è un ciclone. Devi trovare il centro del ciclone, e
questo accade solo con il testimoniare.
Testimoniare
non cambierà il tuo condizionamento, non cambierà la muscolatura,
ma ti darà un’esperienza del fatto che sei al di là della
muscolatura e del condizionamento. In quel momento di trascendenza,
non c’è nessun problema – non per te. Ora dipende tutto da te.
Il corpo avrà ancora con sé la muscolatura, e la mente il suo
condizionamento. Ora dipende da te: se a volte ti sorge il desiderio
di avere un problema, puoi andare nel sistema corpo-mente e avere il
problema e godertelo. Se non vuoi averlo, puoi rimanerne fuori. Il
problema rimarrà come ‘imprint’ nel corpo-mente, ma tu rimarrai
distaccato e distante da esso.
È
così che opera un Buddha. Tu usi la memoria; anche un Buddha usa la
memoria, ma non è identificato con essa: usa la memoria come
meccanismo.
Quindi,
ciò che dici nella tua domanda è giusto: i problemi esisteranno, ma
solo in forma potenziale nel corpo e nella mente. Come puoi cambiare
il passato? Nel passato sei stato cattolico; se per quarant’anni
sei stato cattolico, come puoi cambiare quei quarant’anni e non
essere più cattolico? Quei quarant’anni rimarranno come periodo in
cui sei stato cattolico. Ma puoi venirne fuori; ora sai che era solo
un’identificazione. Quei quarant’anni non possono essere
cancellati, e non c’è alcun bisogno di farlo. Ora sei il padrone
di casa, quindi non è necessario. Puoi persino usare quei
quarant’anni in un certo modo, un modo creativo. Persino
quell’educazione folle dev’essere usata in modo creativo.
“Che
mi dici degli ‘imprint’ che rimangono nel cervello e nella
muscolatura?”
Saranno
ancora lì, ma solo come seme, solo in potenza. Se ti senti solo e
vuoi qualche problema, potrai procurartelo. Se ti senti troppo
infelice senza l’infelicità, potrai averla. I problemi saranno
sempre a tua disposizione, ma non dovrai averli per forza. Potrai
scegliere.
(The
Tantra Vision
)
con amore
evi
2 commenti:
che palle se volevo leggere osho mi comperavo un libro di osho !!
Non disperare! :)
Lunedi integrerò il pensiero di Osho con la visione della psicosintesi e alcuni esempi pratici per la vita di tutti i giorni...
stay tuned ;)
virginia
Posta un commento