lunedì 24 febbraio 2014

Cosa sono i condizionamenti?

Magritte - Tentando l'impossibile

Care amiche , vi riporto un interessante articolo che ho trovato nel sito di OSHO, ma vi consiglio di non perdervi il post di lunedì prossimo, dove Virginia ce ne parlerà dal punto di vista della Psicosintesi.
Cosa sono i condizionamenti?
È una domanda molto significativa perché porta alla luce due diversi approcci rispetto alla realtà interiore dell’uomo.
L’approccio occidentale è quello di pensare al problema, scoprirne le cause, esplorare la storia, il passato del problema, sradicarlo dalla base, decondizionare oppure ricondizionare la mente, ricondizionare il corpo, eliminare tutti gli ‘imprint’ rimasti nel cervello. Questo è l’approccio occidentale. La psicoanalisi entra nella memoria e lì svolge il suo lavoro. Va nell’infanzia, nel passato; torna indietro nel tempo e scopre da dove è nato il problema. Magari il problema è nato cinquant’anni fa, quand'eri bambino, nella relazione con tua madre. La psicoanalisi va indietro nel tempo.
Cinquant’anni di storia! È una faccenda lunga, che si trascina per anni. E comunque non ti può aiutare molto, perché esistono milioni di problemi. Non si tratta di un problema solo. Puoi esplorare la storia di un problema; puoi osservare la tua autobiografia e trovare le cause del problema, e magari eliminarlo, ma ce ne sono milioni! Se devi esplorarli tutti per risolvere i problemi della tua vita, ti serviranno milioni di vite. È assurdo!
Ora lo stesso approccio psicoanalitico viene adoperato anche per il corpo: il rolfing, la bioenergetica, e altri metodi, possono eliminare gli imprint rimasti nel corpo, nella muscolatura. Anche qui, dovrai esplorare la storia del corpo. Una cosa però è certa in entrambi gli approcci – che seguono la stessa linea logica – ed è che il problema arriva dal passato, e quindi dev’essere in qualche modo affrontato nel passato.
In Oriente la prospettiva è completamente diversa. In primo luogo, si pensa che non esista un problema serio. Nel momento in cui affermi che nessun problema è serio, il problema è per il novanta per cento già morto. Il modo in cui lo vedi cambia completamente. La seconda cosa che si sostiene in Oriente, è che il problema esiste perché sei identificato con esso. La sua esistenza non ha nulla a che fare con il passato, con la storia. Sei identificato: questo è il fatto reale. E questa è anche la chiave per risolvere tutti i problemi.
Per esempio sei una persona piena di rabbia. Se vai dallo psicanalista, ti dirà: “Vai nel passato. Da dove è nata questa rabbia? In che situazione è diventata sempre più impressa nella tua mente? Dobbiamo ripulire tutte quelle impressioni, cancellarle completamente. Dobbiamo ripulire tutto il passato”.
Ma se vai da un mistico orientale, ti dirà: “Pensi di essere rabbia, ti senti identificato con la rabbia. È proprio lì che le cose vanno storte. La prossima volta che la rabbia emerge, sii un osservatore, un semplice testimone. Non identificarti con la rabbia, non dire: ‘Sono rabbia’, oppure: ‘Sono arrabbiato’. Osservala come se stesse accadendo sullo schermo della televisione. Osserva te stesso come se stessi osservando qualcun altro.
Sei pura consapevolezza. Quando la nuvola della rabbia arriva a circondarti, osservala e rimani sveglio, in modo da non identificarti. Il punto principale è come non identificarsi col problema. Quando hai imparato questo… e allora non si porrà nemmeno la questione di avere ‘tanti problemi’ perché la chiave, la stessa chiave, aprirà tutte le serrature. Funzionerà con la rabbia, con l’avidità, con il sesso: funzionerà con tutto ciò di cui la mente è capace”.
La domanda è: “Recentemente hai parlato del ‘non-problema’, del fatto che i nostri problemi non esistono. Sono stato allevato in una famiglia cattolica e repressiva…”
Puoi, esattamente in questo momento, diventare non-cattolico. Ora!, ti dico. Non dovrai tornare nel passato per disfare ciò che i tuoi genitori, la società, i preti e la chiesa hanno fatto. Questa sarebbe una pura perdita di tempo, prezioso tempo presente. Ha già distrutto tanti anni passati; e ora, di nuovo, distruggerà il momento presente. Puoi semplicemente uscirne come un serpente si libera della sua vecchia pelle.
Stai dicendo che tutti gli strati di armatura, tutti i condizionamenti e le repressioni non esistono, e possono essere lasciati andare immediatamente?” No, esistono. Ma esistono nel corpo oppure nella mente, non nella consapevolezza, perché la consapevolezza non può essere condizionata. La consapevolezza rimane libera. La libertà è la sua qualità più intrinseca, la libertà è la sua natura. In realtà, col semplice fatto di fare questa domanda, mostri proprio quella libertà.
Quando dici: “Ventun’anni in un sistema educativo folle”, quando dici: “Sono stato allevato in una famiglia cattolica e repressiva”… In questo momento non sei identificato. Puoi osservare i tanti anni di repressione cattolica, i tanti anni di un certo tipo d’educazione. Ma in questo momento, quando l’osservi, questa consapevolezza non è più cattolica; altrimenti chi potrebbe essere consapevole? Se fossi veramente cattolico, chi potrebbe essere consapevole? Non ci sarebbe alcuna possibilità di diventare consapevole.
Se puoi affermare: “Ventun’anni in un sistema educativo folle”, una cosa è certa: non sei ancora folle. Il sistema ha fallito; non ha funzionato. Non sei pazzo, ecco perché riesci a vedere la follia di tutto il sistema. Un pazzo non può riconoscere di essere pazzo. Solo una persona sana di mente può vedere che questa è follia. Per vedere la follia come tale, devi essere sano. Quei ventun’anni di sistema folle hanno fallito; tutto quel condizionamento repressivo ha fallito. Non può veramente avere successo. Ha successo solo in proporzione alla tua identificazione con esso. In qualsiasi momento puoi rimanere distaccato… esiste, non dico che non esiste, ma non è più parte della tua consapevolezza.
Proprio questo è il fascino della consapevolezza: essa può uscire da qualsiasi situazione. Per essa non ci sono barriere, né confini. Un momento fa eri un inglese; quando, un momento dopo, comprendi che il nazionalismo non ha senso, non sei più un inglese. Non dico che non avrai più la pelle bianca; rimarrà bianca, ma tu non sarai più identificato con l’essere bianco; non sarai più ostile alla pelle nera. Riconoscerai la stupidità di questo fatto. Non sto dicendo che non sarai più un inglese e dimenticherai la tua lingua. Essa sarà ancora lì nella memoria, ma la tua consapevolezza riuscirà a sgaiattolare fuori; prenderà dimora sulla collina e da lì potrà osservare la valle. Ora l’inglese sarà nella valle, morto, e tu sarai sulla collina, lontano, distaccato, inalterato.
Tutta la metodologia orientale può essere ridotta a una parola: testimoniare. Tutta la metodologia occidentale può essere ridotta a una sola cosa: analizzare. Quando analizzi, continui ad andare in tondo. Testimoniando, salti fuori dal circolo.
L’approccio orientale è quello di spostare l’attenzione sul cielo. L’approccio occidentale ti rende sempre più consapevole delle nuvole; può aiutarti un po’, ma non può renderti consapevole del tuo nucleo più intimo. Della circonferenza, sì – diventi un po’ più consapevole della circonferenza – ma non del centro. E la circonferenza è un ciclone. Devi trovare il centro del ciclone, e questo accade solo con il testimoniare.
Testimoniare non cambierà il tuo condizionamento, non cambierà la muscolatura, ma ti darà un’esperienza del fatto che sei al di là della muscolatura e del condizionamento. In quel momento di trascendenza, non c’è nessun problema – non per te. Ora dipende tutto da te. Il corpo avrà ancora con sé la muscolatura, e la mente il suo condizionamento. Ora dipende da te: se a volte ti sorge il desiderio di avere un problema, puoi andare nel sistema corpo-mente e avere il problema e godertelo. Se non vuoi averlo, puoi rimanerne fuori. Il problema rimarrà come ‘imprint’ nel corpo-mente, ma tu rimarrai distaccato e distante da esso.
È così che opera un Buddha. Tu usi la memoria; anche un Buddha usa la memoria, ma non è identificato con essa: usa la memoria come meccanismo.
Quindi, ciò che dici nella tua domanda è giusto: i problemi esisteranno, ma solo in forma potenziale nel corpo e nella mente. Come puoi cambiare il passato? Nel passato sei stato cattolico; se per quarant’anni sei stato cattolico, come puoi cambiare quei quarant’anni e non essere più cattolico? Quei quarant’anni rimarranno come periodo in cui sei stato cattolico. Ma puoi venirne fuori; ora sai che era solo un’identificazione. Quei quarant’anni non possono essere cancellati, e non c’è alcun bisogno di farlo. Ora sei il padrone di casa, quindi non è necessario. Puoi persino usare quei quarant’anni in un certo modo, un modo creativo. Persino quell’educazione folle dev’essere usata in modo creativo.
Che mi dici degli ‘imprint’ che rimangono nel cervello e nella muscolatura?”
Saranno ancora lì, ma solo come seme, solo in potenza. Se ti senti solo e vuoi qualche problema, potrai procurartelo. Se ti senti troppo infelice senza l’infelicità, potrai averla. I problemi saranno sempre a tua disposizione, ma non dovrai averli per forza. Potrai scegliere.
(The Tantra Vision
)

con amore 
evi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che palle se volevo leggere osho mi comperavo un libro di osho !!

donneincontatto ha detto...

Non disperare! :)
Lunedi integrerò il pensiero di Osho con la visione della psicosintesi e alcuni esempi pratici per la vita di tutti i giorni...
stay tuned ;)
virginia