Un matrimonio di successo
richiede di innamorarsi molte volte,
sempre della stessa persona.
Saranno ancora i postumi della settimana
di S.Valentino o forse le riflessioni che nascono dal mio lavoro con
le coppie... questa settimana parole per l'anima è dedicata al
rapporto a due, non ha importanza che si chiami fidanzamento,
matrimonio o convivenza...
Già altre volte ho scritto sul blog di
seduzione (qui) comunicazione nei rapporti (lo trovi qui) e amore
(qui, qui e qui).
Oggi partiamo invece da questa frase,
semplice ma allo stesso tempo complicata.
Come si fa a innamorarsi molte volte
della stessa persona quando ci hanno detto che, se va bene, ci
innamoriamo una volta e questo stato di grazia dura si e no, 9mesi/1
anno?
Nel momento dell'innamoramento siamo
aperti all'altro e alla vita e spesso emergono, grazie all'incontro
profondo con chi ci ama, parti di noi che magari non conoscevamo.
È un momento di vulnerabilità e potenza
insieme.
C'è la paura e la gioia, il rischio e il
bisogno di sicurezza, in un magma incandescente di sentimenti che
rende euforici, quasi in uno stato alterato di coscienza.
Non ci innamoriamo di chiunque, ma
solo di chi intercetta l'altra parte di noi stessi e quindi, ci
svela. […]
In amore, infatti, l'io – secondo
Freud un “precipitato di difese” – diventa passivo, e per
questo parliamo di “passioni”, perché l'io patisce l'altro,
senza che la sua razionalità possa opporre una qualche resistenza in
un momento magico, esaltante e anche minaccioso in cui si viene a
contatto, grazie a chi ce ne facilita l'accesso, a quell'ignoto che
noi stessi siamo, e che, dal punto di vista dell'io, si chiama
“follia”
(U. Galimberti su D di Repubblica)
Come è possibile ricreare tutto questo
dopo anni di convivenza e conoscenza, quando gli impegni, i doveri e
le cristallizzazioni dei comportamenti hanno reso quotidiane le
passioni trasformandole in un placido calore o al contrario in
momenti di tensione dove il fuoco è sempre acceso ma per
distruggere?
Proviamo a giocare, semplificare e vedere
le cose da altri punti di vista...
E se fosse che quella apparente
tranquillità – che qualcuno chiama noia – fosse un segnale che
qualcosa necessita di essere modificato?
E se fosse che quei conflitti sottendano
bisogni inascoltati e voglia di amore malcelata?
Nel corso della nostra vita noi non
restiamo uguali a noi stessi. Mai.
Perché la coppia deve restare tale se
noi cambiamo?
La soluzione immediata per qualcuno può
essere quella di cambiare partner, così da permettere a qualcun
altro di svelare ciò che nel tempo si è modificato.
E se si potesse farlo anche col partner
di sempre?
Sento già le voci di qualcuna: “bisogna
essere in due” “ci ho provato, tanto non capisce e non ci provo
più” “è tempo perso...”
Io provo a lanciare qualche domanda,
invece di dare risposte:
Siete sicure di far vedere al vostro
partner la donna che conoscerebbe qualcun altro oggi?
Vi rivolgete a lui nello stesso modo in
cui vi rivolgereste a una persona nuova?
Ci sono aspetti di voi che non
condividete con lui perché “tanto so già che non capirebbe” (ma
nel frattempo magari non si accorge neppure che ci sono)?
Vi immaginate mai di conoscerlo oggi e
chiedervi che cosa di lui vi attrarrebbe? Avete mai provato a vederlo
con gli occhi di un'altra donna?
Avete mai provato a fare insieme qualcosa
che non avete mai fatto?
Gli date modo di esprimere desideri,
bisogni, aspetti di sé che non conoscete?
Gli avete mai chiesto se ci sono cose che
non vi ha mai detto per paura di essere giudicato o attaccato o
perché anche lui è convinto che non capireste?
Avete voglia – e il coraggio – di
ascoltare e scoprire?
Ecco, questi sono tutti modi per
affrontare le difese dell'io, e chissà...
poter essere “folli”, ancora una
volta. Insieme.
Buon week end
virginia
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