giovedì 20 febbraio 2014

Parole per l'anima #8


Un matrimonio di successo 
richiede di innamorarsi molte volte,
sempre della stessa persona.


Saranno ancora i postumi della settimana di S.Valentino o forse le riflessioni che nascono dal mio lavoro con le coppie... questa settimana parole per l'anima è dedicata al rapporto a due, non ha importanza che si chiami fidanzamento, matrimonio o convivenza...
Già altre volte ho scritto sul blog di seduzione (qui) comunicazione nei rapporti (lo trovi qui) e amore (qui, qui e qui).
Oggi partiamo invece da questa frase, semplice ma allo stesso tempo complicata.
Come si fa a innamorarsi molte volte della stessa persona quando ci hanno detto che, se va bene, ci innamoriamo una volta e questo stato di grazia dura si e no, 9mesi/1 anno?
Nel momento dell'innamoramento siamo aperti all'altro e alla vita e spesso emergono, grazie all'incontro profondo con chi ci ama, parti di noi che magari non conoscevamo.
È un momento di vulnerabilità e potenza insieme.
C'è la paura e la gioia, il rischio e il bisogno di sicurezza, in un magma incandescente di sentimenti che rende euforici, quasi in uno stato alterato di coscienza.

Non ci innamoriamo di chiunque, ma solo di chi intercetta l'altra parte di noi stessi e quindi, ci svela. […]
In amore, infatti, l'io – secondo Freud un “precipitato di difese” – diventa passivo, e per questo parliamo di “passioni”, perché l'io patisce l'altro, senza che la sua razionalità possa opporre una qualche resistenza in un momento magico, esaltante e anche minaccioso in cui si viene a contatto, grazie a chi ce ne facilita l'accesso, a quell'ignoto che noi stessi siamo, e che, dal punto di vista dell'io, si chiama “follia”
(U. Galimberti su D di Repubblica)




Come è possibile ricreare tutto questo dopo anni di convivenza e conoscenza, quando gli impegni, i doveri e le cristallizzazioni dei comportamenti hanno reso quotidiane le passioni trasformandole in un placido calore o al contrario in momenti di tensione dove il fuoco è sempre acceso ma per distruggere?
Proviamo a giocare, semplificare e vedere le cose da altri punti di vista...
E se fosse che quella apparente tranquillità – che qualcuno chiama noia – fosse un segnale che qualcosa necessita di essere modificato?
E se fosse che quei conflitti sottendano bisogni inascoltati e voglia di amore malcelata?
Nel corso della nostra vita noi non restiamo uguali a noi stessi. Mai.
Perché la coppia deve restare tale se noi cambiamo?
La soluzione immediata per qualcuno può essere quella di cambiare partner, così da permettere a qualcun altro di svelare ciò che nel tempo si è modificato.
E se si potesse farlo anche col partner di sempre?
Sento già le voci di qualcuna: “bisogna essere in due” “ci ho provato, tanto non capisce e non ci provo più” “è tempo perso...”
Io provo a lanciare qualche domanda, invece di dare risposte:
Siete sicure di far vedere al vostro partner la donna che conoscerebbe qualcun altro oggi?
Vi rivolgete a lui nello stesso modo in cui vi rivolgereste a una persona nuova?
Ci sono aspetti di voi che non condividete con lui perché “tanto so già che non capirebbe” (ma nel frattempo magari non si accorge neppure che ci sono)?
Vi immaginate mai di conoscerlo oggi e chiedervi che cosa di lui vi attrarrebbe? Avete mai provato a vederlo con gli occhi di un'altra donna?
Avete mai provato a fare insieme qualcosa che non avete mai fatto?
Gli date modo di esprimere desideri, bisogni, aspetti di sé che non conoscete?
Gli avete mai chiesto se ci sono cose che non vi ha mai detto per paura di essere giudicato o attaccato o perché anche lui è convinto che non capireste?
Avete voglia – e il coraggio – di ascoltare e scoprire?

Ecco, questi sono tutti modi per affrontare le difese dell'io, e chissà...
poter essere “folli”, ancora una volta. Insieme.

Buon week end
virginia  




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