Già
qualche settimana fa abbiamo affrontato il tema del significato di un
percorso psicologico, per cercare di comprendere insieme di cosa si
tratta e sfatare qualche luogo comune (qui e qui).
Uno
di quelli con cui più spesso mi trovo a fare i conti è “io voglio
stare meglio ma non voglio cambiare, mi piaccio come sono”.
Chiarisco
fin da adesso che io questo potere non ce l'ho.
Nessuno
può cambiare nessuno, lo dico spesso alle persone che vogliono che
il partner sia diverso e lo stesso vale per me nei confronti dei
pazienti.
Nessun
terapeuta ha la chiave magica che apre le porte della psiche, per
andare a modificare qualche meccanismo che si è inceppato (sarà
colpa della famosa battuta della rotella
fuori posto?).
Piuttosto
– restando in metafora – in un percorso di terapia, ogni persona
impara a conoscere i propri meccanismi, (ovvero le strutture di
comportamento, i limiti, le ferite, le risorse) per riuscire da sola
a rimettersi in moto e magari accorgersi che molti aspetti di sé
erano trascurati, addirittura sconosciuti, mentre altri sovrastimati
e irrigiditi.
I
sintomi che portano alla richiesta di aiuto, sono spesso dovuti a
modi di essere che hanno fatto il loro tempo, ad esempio, una persona
con una grande capacità di trattenere e reprimere tutto quello che
non gli va, dopo anni e anni, potrebbe trovarsi preda di un attacco
di panico (lì il corpo si fa portatore di energie in eccesso che non
trovano altra via per defluire e scaricarsi) oppure per un altra
persona, lo stesso modo di essere potrebbe sfociare in sintomi
depressivi, la resa dei conti dopo troppo tempo in cui si è
rinunciato ai propri bisogni.
In
psicosintesi, si parla di procedere a una ri-armonizzazione del
materiale psichico intorno al centro unificatore fornito dall'Io (per
chiarire meglio vi rimando a questo post di molto tempo fa).
L'Io
è il nostro testimone interiore, un osservatore imparziale con il
quale possiamo imparare ad osservare il mondo e ri-osservare la
nostra storia col fine di averne padronanza e non subirne gli
effetti.
Noi
non siamo quasi mai nella posizione dell'Io, perché agiamo sulla
scia dei copioni appresi dalle nostre subpersonalità, nate in
condizioni particolari, legate a traumi, episodi negativi o relazioni
significative disfunzionali.
Per
farvi un esempio semplice, continuiamo con la storia della persona di
cui sopra.
Colui
o colei che tende a incassare i colpi senza mai replicare, che
sopporta e sopporta e ancora sopporta, potrebbe agire secondo il
copione del “bravo bambino/brava bambina” a cui tantissimi anni
prima è stato detto (o imposto, o intimato) di non comportarsi male,
di non alzare la voce, di non replicare perché “io conto più di
te” ecc...
Ogni
volta che quella persona si troverà in una situazione che riattiverà
la subpersonalità infantile (a volte basta un superiore che abbia
caratteristiche simili a un genitore!) ecco che senza nemmeno
accorgersi rispetterà un copione che però è scritto per un
bambino, non per un adulto: il risultato potrebbe essere il conflitto
fra impulsi sani di autoaffermazione e risposte apprese di
sottomissione, che protratto a lungo potrebbe dare origine a uno dei
due sintomi citati.
La
persona che in terapia scopre tutto questo, necessariamente cambierà,
ma non perché snaturerà la sua identità, bensì perché imparerà
ad usare al meglio le risorse di cui è già in possesso!
Per
poterlo fare, è necessario andare alle radici del problema e dare
nuova linfa vitale con occhi diversi, per fare in modo che porti
benefici sui comportamenti futuri, in modo spontaneo e non
coercitivo.
Concludo
con una frase trovata qualche giorno fa fra le numerose citazioni di
Rob Brezny nell'oroscopo dell'Internazionale – che mi piace perché
è l'unico che in realtà non fa previsioni, bensì fornisce spunti
di riflessione che poi potranno favorire trasformazioni, proprio come
la terapia.
“In
ogni foresta, in ogni fattoria, in ogni orto del pianeta, quello che
è sotto la terra crea quello che c’è sopra. È per questo che
concentrare l’attenzione sui frutti maturi è inutile. Quelli già
sugli alberi non si possono cambiare”
(T.
Harv Eker)
buona
settimana
virginia
1 commento:
Brava Virginia, hai centrato il punto.
Non si cambia l'io, si scopre il vero io.
Io ho scoperto che sono degna di essere amata, in primo da me stessa.
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