Come e quando si perde il filo del dialogo e ci si scambiano solo sterili “comunicazioni di servizio”? Da cosa dipende la perdita di interesse, l'abbandono della necessità di far passare un messaggio efficace, limitandosi a parlare del più e del meno, con la testa altrove, il corpo qui ma senza presenza, le emozioni congelate?
Avviene dopo un passaggio fondamentale, quello rivendicato dal “tu non mi ascolti mai. Tu non mi capisci. Tu pensi solo a te stesso/a...” quindi “Io non ce la faccio più...”.
E' la resa, dopo percorsi arrivati a un bivio, oltre il quale procedono paralleli senza incontrarsi mai, un senso di smarrimento mescolato a rabbia e rivendicazione, riscatto e necessità di guardare oltre quei confini che fino ad oggi sembravano gli unici che limitassero il proprio mondo.
Donne e uomini esasperati che si domandano “ho davvero sbagliato tutto?”
Non ci sono ricette facili di felicità. Il rischio di far impazzire la maionese della routine è sempre in agguato, soprattutto quando mancano ingredienti di base...l'attenzione, la costanza, la volontà, la coerenza...
Sotto la voce “comunicazioni di servizio” inserisco tutti quei dialoghi che dicono senza dire, che chiedono senza dare indizi, che pretendono al netto della comprensione, che informano senza possibilità di replica... in un climax di raffreddamento che spesso culmina nel “mi dispiace ma così non ci riesco più”.
Non si riesce a fare cosa? A mettersi nei panni dell'altro? O a manifestare i propri desideri? Non si riesce a continuare a essere qualcos'altro da quel me stessa/o che sono stata/o finora per garantire il sereno ménage familiare? Non si riesce più a chiudere gli occhi di fronte a certe evidenze che, come insegne al neon, ci indicano i problemi che fino ad oggi abbiamo trascurato?
Facciamo un gioco.
Un foglio bianco, una penna, una domanda: gli ingredienti fondamentali perché una coppia sia felice.
Non una coppia qualsiasi: la tua.
Prenditi un po' di tempo, insieme al tuo partner per fare questo gioco. Fatelo ciascuno su un foglio diverso, senza confrontarvi.
Immaginate di stilare un elenco di vostri bisogni, necessari per far sì che la vostra relazione vi appaghi e vi realizzi, ma immaginateli sotto forma di ingredienti, con le relative quantità, in base all'importanza che date loro (es. 100gr di rispetto, 150gr di coccole, 100gr di sessualità ecc...). Lasciate libera la vostra fantasia, senza giudicare quello che emerge e cercando di essere più sinceri che potete; non trascurate nessuno aspetto, neppure il “pizzico di...”.
Poi confrontate quello che avete scritto.
A volte questo può portare a scoprire bisogni nuovi, o anche dimenticati, desideri impellenti, domande urgenti, pensieri zavorranti, spontanee intuizioni...
ed ecco che sbocciano i “credevo che tu...” “non avrei mai immaginato che...” “potevi dirmelo prima...” così come possono nascere anche divergenze di opinione, questioni di principio, rivendicazioni di tempo, esplosioni di “mi hai sempre detto che...” “non mi hai mai ascoltato...” “sei così cambiato/a..”
Si, tutto può succedere.
Rimanendo nella metafora, può darsi che – all'inizio del rapporto – fossimo partiti entrambi con gli ingredienti per fare il tiramisù e adesso ci troviamo l'uno con le lasagne e l'altro con il pollo arrosto. Ma si sa, i bisogni cambiano nel tempo, perché gli eventi ci cambiano, noi ci evolviamo e soprattutto nei rapporti di lunga data è importante, direi fondamentale, riuscire a tenersi aggiornati sulle rispettive necessità.
Come tutte le ricette, non basta leggerle perché vengano messe in pratica: occorre impastare gli ingredienti, preparare e insaporire, fare attenzione alle quantità, alla temperatura di cottura, rispettare i tempi... così la vostra coppia può aver bisogno di un impegno concreto di entrambi per funzionare, della volontà di co-costruire anche qualcosa di nuovo rispetto alle ricette originali.
Non è detto che si debba abbandonare la tavola già apparecchiata: si può vedere di creare un menù ancora più completo, utilizzando le risorse e ingredienti dell'uno e dell'altro.
Questa non deve essere la ricetta della coppia “perfetta”.
Non esistono coppie “perfette” ma possono esistere coppie felici, perché sono coppie che “funzionano”, ovvero non si stancano di confrontarsi, di parlare ed esprimere anche la più piccola incertezza, prima che diventi una crepa irrecuperabile.
Il dialogo è fondamentale, quello vero, profondo, quello che non giudica e non ha paura di essere giudicato, quello che osa e rischia perché crede nell'obiettivo che si è prefissato, quello che incontra l'altro in un territorio comune, che vuole superare la crisi, quello mosso da un cuore che ama e che crede che tutto sia possibile... questo dialogo è ciò che permette di affrontare anche le divergenze di opinione, in maniera costruttiva e matura.
Create il vostro menù, quello che più vi piace, non importa se per i canoni comuni i "piatti" non sono ben abbinati, l'importante è che voi siate appagati e soddisfatti.
Che dire... buon “incontro”...e buon appetito!
virginia
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