Passano i minuti, le ore, i giorni...a volte ti rendi conto che come un soffio passano anche gli anni, e ti sembra ieri quella foto dove sei in braccio ai tuoi genitori, che orgogliosi ti mostrano al mondo nel giorno del tuo primo compleanno... e ancora minuti, ore, giorni anni e sei nel momento del primo scontro in famiglia per strappare mezzore sul rientro serale, e il primo bacio col cuore in gola e il respiro sospeso, e la prima ferita del cuore che brucia e ti sembra non potrà mai guarire, e di nuovo minuti, ore, giorni... il primo rapporto importante, quello che pensavi sarebbe stato per sempre, la delusione di quell'amica che mai avresti detto, il male che tu hai fatto a qualcuno, i trionfi e le sconfitte della vita, la gioia per qualcosa di inatteso... e sei di nuovo qui, un salto di tempo, col sorriso, a ripensare alla te stessa che c'era in quella ragazzina che si sentiva già una donna... giorni, mesi anni... e pensi ai sogni e ai progetti per il futuro che sembrava così lontano, e adesso che è arrivato, porta con sé domande, bilanci e non sempre risposte, o non quelle che ti aspettavi, oppure tutto migliore di come avresti sperato...
Le nostre vite sono misteri.
Si dipanano lungo la linea del tempo che ci vede più alte, più decise, più dure, più buone, addolorate, più felici, disperate, arrese, più speranzose, deluse, fragili, soddisfatte, fortissime, più sicure, diverse... impossibile racchiudere la nostra storia in piccoli aggettivi che riescono a malapena a raccontare un presente che corre, e anche i ricordi scappano via, fra le maglie della rete della memoria quando meno te lo aspetti, obbligandoti a sospendere il giudizio che ci ha portato a dire “ormai è passato”.
Questo è crescere: fino ad un certo punto siamo certe di farlo perché aumentiamo in centimetri, poi usiamo i tacchi, simbolo di nuovi traguardi, di nuovo aumentiamo in chili, perché diventiamo mamme o perché ci siamo stufate di stare sempre a dieta, e ancora ampliamo le esperienze, le avventure e infine semplicemente ci guardiamo indietro e osserviamo.
Ho sentito distrattamente in radio la nuova canzone di Noemi e mi ha colpito il verso che recita
“Sono diventata grande senza neanche accorgermene
e ora sono qui che guardo,
che mi guardo crescere
la mia cellulite e le mie nuove consapevolezze”
poi l'ho cercata, e ascoltata con attenzione: secondo me racconta dei nostri sguardi sulle nostre vite.
Nostalgici fra una commissione e l'altra, teneri a volte, quando apprezziamo noi stesse, impietosi spesso verso i nostri errori, coraggiosi nel guardare avanti, taglienti nel descrivere la realtà, invidiosi di ciò che non potrà più essere.
Ho cercato il video e ci ho trovato di nuovo sguardi, fra due donne, una matura e l'altra più giovane e – non so se è perché adattato per un film di cui vi ho già parlato (Femmine contro Maschi) – ma è giocato molto sul tema del tempo che passa e della bellezza che sfiorisce (nonostante Carla Signoris sia una donna stupenda!) e l'acquisizione di altre certezze e consapevolezze che sembrano renderti più forte, più disincantata, non più disposta a compromessi... però il video termina con l'apparente “rivincita” della matura che “elimina” in un solo gesto i cattivi pensieri insieme alle bellissime e statuarie ragazze in una piscina gettandovi un phon!
E ancora torna la sfida... femmine contro maschi, giovani contro vecchie??
Io spero invece che la cellulite che si accumula sotto la mia pelle possa servire a portare nuovi messaggi a tutte le giovani donne in cammino dietro di me, immagino un altro finale, dove la donna che si guarda indietro, includa e comprenda nel suo sguardo anche le storie di tutte coloro che avranno voglia di condividere con lei le sue avventure, lei compresa, per non sentire di aver vissuto buttando via il tempo nonostante gli errori e le delusioni, per portare con sé e dentro di sé tutte le sfumature di donna che è stata e che hanno contribuito a farne quella che è oggi.
Perché nella vita non solo si cresce, ma si impara e si insegna.
Oggi voglio dire grazie a tutte le donne che mi hanno insegnato qualcosa, che mi hanno vista dentro, oltre i tacchi e l'ostentata giovinezza e perché nonostante le consapevolezze, non si sono sentite un vuoto a perdere, e questo lo hanno insegnato anche a me.
virginia
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